domenica 23 luglio 2017

L'Africano non dà tregua a Cantagallo: il nuovo giallo di Collitondi

Il caldo la fa da padrone in questo ennesimo fine settimana. Avanza in ogni luogo e qualsiasi posto non sfugge ai bollori africani che migrano, come gli altri loro connazionali, verso il nostro paese. 
L'Africano fa il bello (soprattutto) e il cattivo (proprio no) tempo in tutti i campi, e i contadini ne sanno qualcosa. Ma qualcosa ne sa anche il commissario Cantagallo che nell'indagine del nuovo giallo 2017 si trova a fronteggiare l'Africano che imperversa fra le sue indagini. 
Il bollore è arrivato anche a Collitondi e miete le sue vittime in una lussuosa clinica del paese. Ma è tutta colpa del caldo oppure c'è sotto qualcos'altro? A porre la domanda è il direttore della clinica Villa Paradiso, a cui deve rispondere il commissario Cantagallo insieme alla sua Squadra Omicidi del commissariato.
Il nuovo giallo del commissario Cantagallo è stato pubblicato quest'anno da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di Brescia. Il giallo "FLACONI E VECCHIE RICETTE" è un'indagine del commissariato di Collitondi che si svolge in un paesino operoso della Toscana centrale fra le verdi colline del Chianti. 




    Cantagallo aveva aperto tutto ciò che era chiuso e che poteva fare circolare aria. Ma non c’era stato niente da fare: non passava aria fresca e nemmeno calda.

    Tutto era fermo.

    Le uniche cose che si muovevano erano le cicale sulle piante, che con il loro frinire incessante facevano sembrare ancora più calda quella serata, e le gocce di sudore sulla fronte del commissario, che scivolavano lungo il collo.

    Luigi già dormiva, mentre i Cantagallo erano rimasti sulla grande terrazza di casa ad aspettare il fresco, appoggiati alla ringhiera.

    «Ma che caldo è?» fece incredula Iolanda, passandosi la mano nei capelli.

    «È proprio un caldo boia» rispose rassegnato Cantagallo. «Ma proprio questa estate doveva rompere le scatole l’Africano?». 

     L’Africano, così era stato battezzato da quelli del meteo l’anticiclone bollente del Continente Nero, era “immigrato” via aria in Italia e si era trovato bene. Al pari dei suoi connazionali, che invece, via mare, usavano i barconi della speranza, aveva deciso quell’estate di rimanere un po’ dalle nostre parti. Non aveva speso soldi e nemmeno gli avrebbero fatto pagare il permesso di soggiorno. E ciò era strano. In un paese come il nostro dove si riusciva a tassare di tutto, si doveva trovare pure il modo di tassare quel fenomeno meteorologico di cui si sapeva il nome, Africano, il cognome, Anticiclone, e pure il luogo di nascita. Lo sapevano anche i muri che gli Anticicloni nascevano nelle isole Azzorre e che quelli maggiormente rompiscatole, a causa del loro temperamento più “caldo”, si erano staccati dalla famiglia d’origine per spostarsi in Africa. Oggi i più caldi provenivano, guarda caso, dal Sudan o giù di lì, da dove si spostavano saltuariamente. Ecco, l’idea poteva essere questa. Siccome l’Africano aveva la residenza principale in Sudan doveva pagare una bella tassa da seconda casa per i suoi trasferimenti estivi. E come mai negli ultimi anni era venuta fuori la moda di battezzare con dei nomi particolari i solleoni e le piogge che si abbattevano sull’Italia? In primavera c’era stata una violenta perturbazione che aveva dato una bella acquata a mezza Italia in meno di ventiquattro ore. Nonostante la sua rapidità, non era riuscita a mantenere l’anonimato. Non ce l’aveva fatta a non farsi notare ed era stata subito battezzata “Catherine” perché arrivava dalla Francia. Fino a quel momento, non si vedeva all’orizzonte neanche una cugina di quarto grado di questa Catherine, nemmeno una leggera pioggerellina fine fine da chiamare “Julienne”, come l’insalata sottile a strisce.

    Poi all’improvviso una leggera brezza fresca si fece sentire da ponente.


I gialli di Cantagallo sono in vendita anche su IBS in formato ebook e libro


Buona lettura con i gialli del commissario Cantagallo.

P.S. Leggete quello che vi pare.
Ma ricordate che:
"Leggere i gialli di Cantagallo non è un dovere
ma è un piacere per l'autore (e per l'editore)".




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