sabato 13 maggio 2017

Marazzoli presenta Cantagallo: la "DONNA"




Oggi vi parlo del quinto libro della nuova serie dei gialli che dal 2014 sono stati pubblicati da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di Brescia. Questa è la presentazione del giallo "LA DONNA COL MEDAGLIONE", la prima indagine siciliana del commissario Cantagallo. Fornisco alcuni particolari del commissario Cantagallo e certe indicazioni sul suo modo di essere che spero vi siano graditi. Cominciamo.


«Il commissario Cantagallo, nella prima indagine siciliana del giallo “La donna col medaglione”, è alle prese con il delitto di un impiegato di banca trovato morto ammazzato a colpi di pistola nella sua auto, buttata in un boschetto. Il commissario Cantagallo tutti gli anni “scende” in Sicilia con la famiglia per le ferie di settembre. A coinvolgerlo è il suo amico maresciallo Saro Bompensiere, paesano anche lui, come la moglie di Cantagallo, di Capobianco, un piccolo e caratteristico paesino aggrappato a un lieve costone collinare della Sicilia centrale. Bompensiere è il comandante della Stazione dei Carabinieri di San Rocco Etneo, un piccolo paese vicino a quello di Capobianco. Il commissario non si tira mai indietro di fronte ai delitti e se glielo chiede Bompensiere, ci si butta a capofitto per fare un favore a un amico, anche se sa già che dovrà sacrificare un po’ delle sue ferie siciliane. Bompensiere ha chiesto aiuto a Cantagallo perché deve scoprire chi abbia ucciso il bancario, ha poco tempo per farlo e pochi uomini in grado di aiutarlo. Il Comando dei Carabinieri di Catania lo ha lasciato da solo perché ha pochi uomini e mezzi a disposizione per le indagini che avvengono a San Rocco. A metterci il carico da undici ci ha pensato il Giudice Marturana di Catania. Per Marturana si tratta del solito delitto compiuto da cani sciolti della mafia locale ai danni di un onesto cittadino che passava di lì per puro caso. Gli assassini si sono dileguati nelle campagne senza lasciare traccia, com’era capitato in tanti altri delitti simili accaduti nella regione. La convinzione granitica di Marturana è che le lunghe mani della mafia sono dappertutto e si sono allungate anche su quel delitto. La prossima settimana Marturana avrebbe archiviato l’omicidio come “delitto a scopo di rapina maturato nell’ambiente della malavita comune commesso da mafiosi locali che si sono dati alla macchia eludendo l’arresto da parte delle Forze dell’Ordine”. Marturana è sicuro che tutti i reati che avvengono nella provincia siano opera dei mafiosi locali e su questo tasto non transige. Ce ne volevano delle buone e delle belle da parte del maresciallo Bompensiere per ricondurre Marturana alla realtà. Tutte le volte deve ripetergli il fatto che, fino a quel momento, nessun reato è stato mai compiuto da questi “mafiosi locali”, anche perché in quelle zone non si sono mai visti. Marturana replica sempre dicendo: “E lei, maresciallo Bompensiere, crede forse che i mafiosi si facciano vedere?”, con una voce stridula da gallina strozzata che fa arrabbiare parecchio il maresciallo Bompensiere. In assenza di altre piste investigative, quel delitto sarebbe finito in una bolla di sapone, alla faccia delle indagini in corso del maresciallo Bompensiere. Quindi Cantagallo ripercorre con Bompensiere i fatti conosciuti. Esamina certe informazioni che ha recuperato il carabiniere. Poi viene a conoscenza di altri fatti fondamentali che indirizzano l’indagine su un’altra pista. La compravendita di una masseria di asini ragusani, le dichiarazioni di alcuni direttori di banca e la confidenza di una postelegrafonica s’intrecciano nel delitto del bancario. Tutto sembra semplice, forse anche troppo, ma non è così. Poi accade la svolta. La caparbietà di Cantagallo porta al ritrovamento di un fumoso telegramma in dialetto siciliano, perché la morte corre sul filo del telegrafo. Il misterioso telegramma riapre improvvisamente l’indagine verso una nuova pista investigativa imprevedibile ma soprattutto verso l’insospettabile assassino. Il commissario dovrà valutare bene la pista da seguire perché le sorprese non sono ancora finite. Un fatto inquietante emergerà dal passato e s’intreccerà con il delitto dell’uomo ucciso. Allora tutto sarà chiaro per il commissario che non avrà molto tempo per fare scattare la trappola per incastrare il colpevole. Il poliziotto in quest'occasione dovrà sporcarsi le mani e non sarà una cosa facile perché Cantagallo conosce benissimo il proverbio che dice: “Chi vuole il pesce pigliare, il culo in mare si deve bagnare”. Cosa aspettate a leggere il giallo del commissario Cantagallo? Buona lettura».
Fabio Marazzoli 




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