domenica 14 maggio 2017

Cantagallo e Don Mauro: la preghiera con la variante



Giorno di festa per la festa della mamma e l'occasione è ideale per farvi leggere una cosa singolare, una preghiera particolare della nonna materna del commissario,  tratta dal libro "Un vecchio tappeto persiano", l'indagine di paese ambientata a Collitondi, pubblicata da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di Brescia.La preghiera è quella del Padre Nostro e contiene una variante inserita dalla nonna Carmela. 
Spero vi piaccia. 
Buona lettura e buona domenica.

L'indagine è quasi alla conclusione e il commissario ha bisogno di informazioni. Allora, va da Don Mauro, il parroco della chiesa in piazza del Comune. Don Mauro era il parroco della chiesa della Madonna Vergine Immacolata. Aveva più o meno la stessa età del commissario Cantagallo, anche se era un po’ più basso e più grasso rispetto a lui. Simpatico a prima vista e cordiale con tutti era riuscito a conquistare tutto il paese. Era toscano, calzava sempre sandali francescani, per via del suo Ordine e portava occhiali grandi con lenti spesse. Una calvizie ampia circondata da un sacco di capelli neri poco ordinati non gli rendeva merito della sua ancor giovane età. Era un uomo solare che, appena accennava un sorriso, infondeva agli altri serenità e tranquillità. Parlava sempre in modo pacato, ma era pronto ad inalberarsi se qualcuna delle sue pecorelle voleva uscire dall’ovile. Non adoperava i termini del vescovo Santonastaso, ma sapeva essere molto comprensivo con tutti, soprattutto con le persone bisognose del paese. Da quando era parroco, la domenica, la chiesa era sempre piena di persone e le lezioni di catechismo si affollavano di ragazzi che ascoltavano volentieri i suoi insegnamenti e quelli dei suoi catechisti. Dava sempre buoni consigli ad ogni persona che gli confidava un piccolo o un grande problema. Così era riuscito in breve tempo a conquistare l’amicizia e la fiducia di tante persone del paese, e anche quella del commissario.
Il parroco ha già riferito quello che sa e il commissario Cantagallo prende la strada per uscire dalla chiesa ma Don Mauro lo richiama al suo dovere.



    «Allora io vado» Cantagallo fece per andarsene.
    «Non penserai di uscire senza neanche aver detto un Padre Nostro?!»
    «Sai, il lavoro, l’indagine…»
    «Non è il minuto di un Padre Nostro che ti fa saltare tutta l’indagine. Almeno un Padre Nostro lo devi dire. Non si può uscire da una chiesa senza dire almeno una preghiera. Ti prego.»
    Poteva rifiutare la preghiera di un parroco che lo pregava di pregare? No, sarebbe stato scomunicato ad honorem dal vescovo.
    Accettò di malavoglia.
    «Va bene. Ma solo uno perché ho molto lavoro da fare. Vedi, in questa indagine, anche una preghiera mi può dare una mano.»
    «Bravo, lo vedi che sei d’accordo con me? Allora, per il bene dell’indagine ne dici altri due: uno per San Francesco e uno per il nostro San Luigi, protettore e patrono di Collitondi.»
    «Ma…»
    «Niente ma. Mettiti in ginocchio sulla panca e prega. Non fare il furbo. Tre Padre Nostro. Prega per bene e senza strascicare le parole. Dall’altare sento tutto perché ho un udito ottimo, io.»
    «Ma non sono mica un peccatore.»
    «Peggio. Il peccatore sa di esserlo e vive nel peccato. Invece tu dici di non essere un peccatore, ma vivi nel peccato perché non frequenti la Santa Messa. Sei due volte peccatore. Abbandoniamo la discussione, altrimenti ti devo impartire anche un Atto di dolore.»
    «No, l’Atto di dolore, no!»
    «Va bene. Zitto e prega! Quando hai fatto, puoi andare. Sia lodato Gesù Cristo.»
    «Sempre sia lodato.»
    Cantagallo sbuffò e s’inginocchiò. Il commissario diceva il Padre Nostro, ma con una piccolissima variante che gli aveva insegnato la sua nonna materna. La preghiera diceva così: “Padre Nostro che sei nei Cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno e sia fatta la tua volontà, ma che sia anche la mia, come in Cielo così in terra”. La variante “ma che sia anche la mia” era stata inventata dalla sua nonna materna, nonna Carmela, perché come diceva lei: “A volte la volontà di Dio non può coincidere con la nostra e allora tanto vale fare una piccola variazione alla preghiera, senza per questo fare un dispiacere alla Madonna e al buon Gesù”. Questo era quello che diceva sua nonna e in quelle parole c’era un pizzico di verità. Quando ebbe terminato, si alzò dalla panca. Prima del portone si girò di nuovo per farsi il segno della croce e uscì. A quell’ora, al commissariato, lo davano già sicuramente per disperso. 



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