sabato 18 marzo 2017

IL Questore e il commissario: pista cinese in "Lo sguardo nel buio"


Eccoci alla seconda parte della riunione in Questura del commissario Cantagallo nel giallo "Lo sguardo nel buio". Cantagallo ha appena finito l'incontro col vicario, dove Bonadonna, nei colloqui preliminari, ha già indicato al poliziotto la strada del nulla di fatto per chiudere il caso, secondo l'ipotesi investigativa della Questura. Cantagallo, da buon incassatore, incassa dal vicario e passa al secondo decisivo incontro col Questore. Non ci sta a fare il gioco dei due dirigenti incapaci e si prepara per dare il meglio di sé nel colloquio con Zondadari. Fino ad oggi dai suoi confronti verbali col Questore è sempre uscito imbattuto e anche stavolta dovrà dare il meglio di sé per metterlo al tappeto. 




                       Anche in questo appuntamento batto l'articolo a proposito del
       giallo "LO SGUARDO NEL BUIO", il giallo corto ambientato a Collitondi che è stato
                         trasmesso in un adattamento radiofonico a RADIO 3 NETWORK 
                                                  di Poggibonsi nel febbraio 2012,
                           grazie alla voce della bravissima speaker Simona Grossi Landi,
                  a cura della gentile ideatrice Claudia Giammaria e del mitico dj Mirco Roppolo. 

Il giallo è stato pubblicato da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International
in e-book e cartaceo.

P.S. Mi raccomando, comprate, comprate, comprate e fate comprare i gialli del commissario Cantagallo perché "leggere gratis il blog" è bene ma "leggere tutto il libro" è meglio, per l'editore e per l'autore!

Buona lettura a tutti voi. 



 "   «AVANTI!».
    «Questore, buonasera. Il vicario mi anticipava…».
    «Vivaddio, Cantagallo! Ma di che anticipo d’Egitto sta parlando, Cantagallo! Lei è sempre in ritardo!».
    «Siccome, il vicario parlava…» il commissario tentava di spiegare il motivo del ritardo per l’incontro preliminare con Bonadonna, ma non ci riusciva.
    «Parlare?! Ma che parlare e parlare! Qui servono i fatti, Cantagallo! La situazione è drammatica! Siamo alla gogna! La mia persona è irrisa e sbeffeggiata per colpa di un imbecille di un cieco che poteva andare a camminare da un’altra parte e invece si è andato a mettere nel mezzo a uno scontro fra le bande cinesi delle “furie gialle”! Legga qui!» e gli buttò una copia odierna del quotidiano “Il Corriere di Castronuovo” che titolava a nove colonne.

        Il CORRIERE DI CASTRONUOVO
             Dalla Cina con furore!
       A Collitondi ucciso un uomo cieco
     a colpi di karatè durante uno scontro
            tra bande rivali cinesi.
      Rapina andata male o c’è dell’altro?
           La Giustizia è bendata,
        ma la Questura è cieca davanti
         al crimine giallo che dilaga.



    «E non è tutto, Cantagallo. Ieri sera ho ricevuto la telefonata del Sostituto Procuratore Fontanarosa. In buona sostanza, il presidente Orfeo Occhionero, dell’Unione Italiana Ciechi della Val Marna, aveva telefonato al dottor Fontanarosa il quale aveva ricevuto l’efferata notizia mentre si trovava nientepopodimeno che a una cena di beneficenza. La cena faceva parte dell’iniziativa “Misericordia senza frontiere” organizzata dalla dama di carità marchesa Petula Ognibene di Castronuovo, in favore dei bambini di una sperduta missione dell’Africa centrale. Per non parlare poi di quello che ha detto la pia reverenda Madre Maria Clementina».
    Cantagallo aveva aggrottato la fronte perché non capiva.
    «Ma questa reverenda Clementina che c’entra?».
    «Vivaddio! C’entra eccome! Lei vive fuori dal mondo, commissario Cantagallo. Non sa davvero chi sia la reverenda Clementina?!».
    «No, anche perché non sono tenuto a sapere…».
    «Lei è tenuto a sapere tutto! Ha capito! Ad ogni buon conto, la pia reverenda madre Maria Clementina è la Superiora del Convento delle Immacolate Serve Caritatevoli in Adorazione Perpetua del Santissimo Salvatore e ha rimarcato con santa coscienza quel fatto disdicevole del cieco morto. In buona sostanza, le suore poverelle gestiscono un albergo a una stella chiamato “Pio Albergo del Pellegrino del Santissimo Salvatore” che è situato fra Castronuovo e Collitondi. L’Unione Ciechi del presidente Occhionero, in occasione dell’imminente convegno della sua associazione, ha fatto una speciale convenzione con il Pio Albergo per accogliere i congressisti durante la tre giorni castrese. Il presidente è preoccupato per il clima di tensione che si potrebbe creare fra i soci convenuti per colpa di quel fatto disdicevole, come ricordava quella santa donna della Superiora».
    Certamente, la madre Clementina si è subito preoccupata di avere una mano dall’alto, senza scomodare l’Altissimo, per far calmare le acque a proposito del delitto del cieco e soprattutto per evitare che il “fatto disdicevole” si riflettesse negativamente sugli incassi del Pio Albergo con la disdetta delle camere già prenotate, pensò immediatamente Cantagallo in quel momento.
    «Ad ogni buon conto, i fatti accaduti possono mettere a repentaglio i ciechi in pellegrinaggio nella Val Marna con pesanti ripercussioni sulle entrate, ovvero sugli arrivi, del Pio Albergo».
    «Ma di quale pellegrinaggio di ciechi parla, Questore?» insisteva il commissario, visibilmente scocciato da quella specie di Lascia o Raddoppia sulla Curia di Castronuovo.
    «Ma di quale scempiaggini parla lei, Cantagallo! Legga i giornali e s’informi sul convegno indetto dal presidente Occhionero. E poi, vivaddio, non m’interrompa! In buona sostanza, veniamo a noi.  Ad ogni buon conto, il caso dell’omicidio del cieco è risolto.  Il delitto è stato commesso dalle “furie gialle”. Non mi soffermo oltre perché tutti i dettagli le sono stati forniti dal dottor Bonadonna e devo aggiornare il Sostituto Procuratore Fontanarosa della conclusione dell’attività investigativa».
    Cantagallo non ci stava e incominciò a insinuare dei dubbi in quella soluzione abborracciata dal vicario riferendo la propria versione dei fatti accaduti.
    «Sì, in effetti, il vicario mi ha accennato a questa ipotesi. Ma dagli elementi in mio possesso sembra emergere un’altra verità e un’altra pista investigativa che verificherò nei prossimi giorni».
    Zondadari a sentire quelle parole, gelò. Non si aspettava che il commissario avesse un’altra ipotesi su quel delitto. Rimase muto e immobile ad ascoltarlo. Fissava sbalordito il commissario come se ascoltasse il Dalai Lama che parlava in aramaico.
    Cantagallo, sicuro di sé e placido come un autista al volante di uno schiacciasassi in movimento, continuava il suo ragionamento per asfaltare la versione di Bonadonna.
    «L’ipotesi delle “furie gialle” potrebbe essere plausibile, ma non dalle nostre parti. A Collitondi e nella nostra provincia non esiste il problema della malavita cinese, anzi. Tutti i cittadini di quella nazione sono perfettamente integrati nella comunità del mio paese e della sua città. Tutti coloro che fanno parte della comunità cinese di Collitondi hanno delle attività commerciali regolari oppure lavorano come badanti in casa di anziani non auto-sufficienti, senza contare i tanti studenti che dalla Cina vengono a studiare all’Università di Castronuovo. Fino ad oggi non sono stati schedati dei cittadini cinesi per attività fuori dalla legalità. Secondo me, sarebbe un grave errore puntare il dito accusatore verso una comunità straniera che studia, lavora e offre un servizio sociale ai nostri cittadini».
    Il Questore continuava a fissarlo, ma in modo diverso. Forse prendeva in considerazione le parole del poliziotto oppure comprendeva l’aramaico del Lama.
    Cantagallo si preparava alla stoccata finale del suo discorso per convincere il Questore a cambiare idea e ad affidargli l’indagine. Anche a costo d’inventarsi delle notizie di sana pianta.
    «Per non parlare, poi, delle voci di corridoio che danno per sicura o quasi la partecipazione di un’importante azienda cinese fra gli sponsor dell’imminente congresso di cultura internazionale che si terrà nel Palazzo del Comune di Castronuovo».
    In quel periodo le iniziative culturali in città si sprecavano e Cantagallo sapeva benissimo che il Questore non poteva tenerle a mente tutte. E continuava.
    «Secondo me, sarebbe una mossa “politicamente” sbagliata anche perché, in occasione della manifestazione culturale, molti dei congressisti del lontano oriente potrebbero trovare ristoro in quel Pio Albergo delle Perpetue Suore Adoranti il Caritatissimo Salvatore o come si chiamano».
    Cantagallo non si poteva dire che fosse un grande conoscitore o frequentatore dei luoghi sacri della sua provincia.
    «Questore, mi dia una settimana e le risolvo il caso. Controlliamo la mia pista investigativa e salviamo capra e cavoli».
    «Ma di che diavolo di capra e cavoli parla, Cantagallo?».
    Il commissario più che a una capra pensava a un caprone, il Questore, e ai cavoli, i suoi, per spiegare ai giornalisti la faccenda delle fantomatiche “furie gialle”.
    Intanto Zorro iniziava la sua filippica.
    «Non siamo mica sull’aia di una fattoria? Siamo nell’ufficio di un Questore! Vivaddio, cerchiamo di concentrare la nostra attenzione sulle cose importanti. Lo sa come dicevano i latini? Lasci stare, glielo dico io: “Aquila non capit muscas”. In buona sostanza, per dirla in parole povere e a lei comprensibili, la frase vuol significare che si devono trascurare gli obiettivi di minore importanza rispetto a quelli principali. L’obiettivo principale è fornire in tempi rapidi un colpevole al dottor Fontanarosa! E questo è quello che deve essere fatto. L’ipotesi del delitto è quella delle “furie gialle” e non si torna indietro!».
    «Questore, ci pensi bene. Non vorrei che fosse data agli organi di stampa una soluzione semplicistica e sbrigativa di questo delicato e oscuro caso d’omicidio. Soprattutto se poi venissero a galla dei fatti che smentissero la sua, se mi permette, sconclusionata ipotesi. I giornalisti c’inzupperebbero il pane e la sua persona sarebbe sicuramente screditata. Oltre al fango che la sua disgraziata ipotesi getterebbe sull’incolpevole comunità cinese».
    Cantagallo infine doveva tirare in ballo la giornalata per farsi ascoltare.
    «Già immagino i titoli a nove colonne del maggiore quotidiano della città».
    Zondadari era perplesso e immaginava a sua volta la notizia minacciata da Cantagallo.

         Il CORRIERE DI CASTRONUOVO
         Falsa la pista delle ‘furie gialle’
              del Questore Zondadari!
             ‘No comment’ di Zondadari
           sulla vicenda che ha infangato
    l’immagine dell’operosa comunità cinese.
     Convocazione d’urgenza alla Farnesina
        per le scuse all’ambasciatore cinese.



    «Va bene, Cantagallo. In buona sostanza, alla luce dei fatti nuovi, di cui giungo a conoscenza solo adesso, convengo che ci siano degli elementi validi per intraprendere la pista investigativa che mi ha indicato poc'anzi. Ad ogni buon conto, della settimana che mi ha chiesto non se ne parla nemmeno».
    Zorro s’accomiatò con il solito ghigno schifato che palesava l’insofferenza nei confronti del poliziotto.
    «Le concedo un paio di giorni “tutto compreso” e non uno di più. Se li faccia bastare. Può andare, commissario Cantagallo. Sono atteso a una videoconferenza con il dottor Fontanarosa. Buonasera».
    Cantagallo si congedò con lo stesso sorriso beffardo che sfoggiava quando manifestava la vittoria su Zorro.
    «Bene, Questore. Sono pochi ma cercherò di farmeli bastare e avrà il colpevole. Buonasera».
    Come sempre aveva raggiunto il suo scopo e aveva strappato a Zorro dei giorni in più per concludere l’indagine. "



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