domenica 26 marzo 2017

Nuova indagine di Castiglioni: prossimamente in lettura


Ultimata anche la scrittura dell'ultimo capitolo del nuovo giallo di mare ambientato a Castiglioni del commissario Cantagallo.
Anche questo libro è stato stampato per essere pronto per la lettura
, fra qualche settimana, da parte dei miei fidatissimi "editor" familiari, di cui ho già parlato.
Quando sarà il momento, leggerò i loro preziosi suggerimenti annotati sulle pagine del manoscritto. In questo caso la lettura sarà breve perché le pagine sono poche, un centinaio scarso, ma i fatti sono comunque molti.
Anche per questo libro, se mi verrà confermato il benestare dall'Editore Cristian Cavinato, dovrebbe essere pronto per dopo l'estate, ma di consueto faccio i debiti scongiuri e tutte le scaramanzie del caso.

Nell'attesa guardatevi l'immagine di una parte della nuova copertina del giallo. 

 

Nuova indagine di Collitondi: in lettura


Ultimata la scrittura dell'ultimo capitolo del nuovo giallo di Cantagallo, il libro stampato è in lettura da parte dei miei fidatissimi "editor" familiari, di cui non posso svelare i nomi (mio figlio, mia moglie e mia mamma).
Ci stiamo avvicinando alla parte finale della stesura con gli opportuni aggiustamenti che mi saranno indicati e scritti ai lati delle pagine del manoscritto.
La lettura sarà lunga perché le pagine sono molte e molto ricche di fatti investigativi e non.
Il libro, se poi andrà tutto bene anche per l'Editore Cristian Cavinato, dovrebbe essere pronto per prima dell'estate, ma faccio i debiti scongiuri e tutte le scaramanzie del caso.

Nell'attesa guardatevi l'immagine di una parte della nuova copertina del giallo.  


Prospero e Tombolo: delitti cotti e mangiati


Buongiorno e buona domenica a tutti. 
Oggi facciamo la conoscenza dell'aiutante investigativo di Tombolo: il cuoco a domicilio Prospero Buontempo.

Prospero Buontempo era l'aiutante-ombra dell'investigatore Tombolo. Ometto poco più che trentenne, lungo lungo, guardingo, dallo sguardo simpatico era un cuoco disoccupato dell'ormai ex ristorante storico "La Bussola" di Spaccabellezze. Il ristorante era stato chiuso perché il vecchio gestore, Pilade Costagliola scorbutico e ignorante che portava male i suoi anni e che trattava peggio i suoi camerieri, sotto-cuochi e cuochi, non aveva voluto fare dei cambiamenti nel menù per adeguarsi ai tempi.
Prospero da quando era disoccupato aveva messo su una specie di attività di cuoco a domicilio che gli rendeva bene.  Avanza tempo dava una mano a Tombolo nelle indagini e così arrotondava. Possedeva un Apone 50 furgonato celeste pallido ridipinto che usava per portare nelle case gli alimenti con cui preparava i pranzi e le cene a domicilio. L'Apone era carrozzato China Town, con la sua bella scritta rossa "Shanghai Cuki Express" in campo bianco con una lanterna rossa cinese a fianco disegnata. L'Apone era utilizzato per gli appostamenti notturni che faceva con Tombolo. 
Nessuno sapeva che Prospero lavorava con Tombolo e così anche di notte l'Apone non dava mai nell'occhio perché chi lo vedeva poteva pensare che Prospero fosse in giro a preparare qualche cena a domicilio in paese.
Prospero con la sua attività a domicilio conosceva praticamente tutte le persone in paese conoscendo di ogni famiglia vita, morte e miracoli. Proprio per questo tornava molto utile a Tombolo avere un aiutante informatissimo come lui su tutti i fatti che accadevano in paese.
I due "investigatori per caso" avevano architettato un particolare stratagemma per camuffare i loro incontri. 
Prospero, per non far capire agli altri che parlava con Tombolo per le investigazioni dell’agenzia, si era inventato che aveva una fidanzata ninfomane che si chiamava Marina e che gli dava gli appuntamenti piccanti a qualsiasi ora del giorno e della notte, soprattutto quando erano passati “quei giorni”. Tombolo non gradiva l'accostamento alla ninfomane ma quello era l'andazzo.
Nel gergo telefonico che Prospero si era inventato per intendersi al telefono con Tombolo, c’era l’extra-strong che stava a significare, per gli altri che lo ascoltavano, che la “fidanzata” gli doveva una particolare prestazione sessuale in cambio di quella chiamata improvvisa.
Quando scattava l'extra-strong Tombolo doveva sganciare a Prospero la bella cifra di 50 euro per la prestazione investigativa fuori orario. 
Ormai Tombolo ci aveva fatto il callo e non si arrabbiava più di tanto, anche perché sapeva bene che l'abilissimo Prospero gli avrebbe fornito delle informazioni fondamentali per risolvere il caso.

P.S. Prospero era innamorato non corrisposto di una ragazza, Olimpia di poco più giovane di lui, carina, mora con gli occhiali. Era negata per la cucina perché si faceva portare a casa il mangiare prenotato dalla Bofrost. Olimpia mangiava sempre surgelati, preconfezionati, roba da scaldare nel microonde, mangiare inscatolato. Lavorava nella biblioteca comunale di Spaccabellezze ed era molto timida. Prospero aveva in mente di trovarsi prima o poi una donna che potesse condividere con lui il piacere di fare la cuoca per aiutarlo nei suoi pranzi e cene a domicilio. Olimpia ancora non si era accorta di aver destato l'interesse di Prospero. 


Vi ricordo che i libri dell'investigatore Tombolo potete acquistarli anche su IBS 
 in ebook
e in cartaceo



  

    

sabato 25 marzo 2017

Tombolo e Rossella: galeotta fu la bomboniera


Oggi spero di farvi piacere, se vi parlo dell'investigatore Tombolo e del suo rapporto con la sua eterna amica-fidanzata Rossella. 
Ci addentriamo nei meandri amorosi dell'investigatore privato che era combattuto fra il suo innamoramento di Rosella e la sua voglia di sposarla. Ma non ci riusciva. Ci aveva pensato un sacco di volte ma non gli era mai riuscito di vedersi nel ruolo di marito modello, preso come era dalle indagini del suo studio di investigazioni. Sempre in giro, di giorno e di notte: che marito sarebbe stato? Senz'altro poco presente e poco al fianco della sua bella Rossella. 
Rossella non gli aveva mai chiesto di sposarla direttamente, ma gli aveva sempre accennato questa eventualità ben sapendo quanto Tombolo non fosse convinto di fare il grande passo. 
Rossella comunque non rinunciava all'idea e, anche se ha sempre una grande confusione in casa, lo invitava sempre a cena nel suo appartamentino, una vera chicca diceva lei, ma Tombolo non c’era mai stato. Rossella voleva sempre portarlo a casa sua con una scusa per farlo entrare nella sua “bomboniera”, affacciata sul mare e i vicoli del paese.  
Tombolo non si fidava perché pensava che volesse attirarlo lì con un tranello, spogliarlo nudo, farci l’amore e poi, sul più bello, di fronte al fatto compiuto gli avrebbe chiesto e ottenuto di sposarla. Addirittura, Tombolo pensava che Rossella si potesse procurare come testimoni due suoi collleghi del Poliambulatorio che non avrebbero esitato per deporre a suo favore per obbligarlo al matrimonio e condurlo davanti all'altare con la sua bella Rossella.
Tombolo, era assodato, non amava perdere tempo e denaro. Non si sarebbe mai e poi mai sporcato le mani in faccende estranee all’agenzia e che avessero a che fare con dei morti di fame o giù di lì, per giunta a gratis! A meno che. Perché c’era sempre un “a meno che”. La condizione si veniva sempre a creare in certe situazioni su richiesta di una persona che aveva molto ascendente sull’investigatore Tombolo. Marino, infatti, investigava solo a pagamento, “a meno che” non glielo chiedesse la sua Rossella Sirena, medico del Poliambulatorio del porto di Spaccabellezze e paladina dei poveri in canna locali, nazionali e anche internazionali che transitavano in quel posto di mare.  
Tombolo, alla richiesta di Rossella, sbuffava, tergiversava ma alla fine agiva e risolveva quello che, in genere, non avevano risolto i Carabinieri del paese. Rossella, in cambio dell’investigazione extra, si sdebitava con lui “in natura” e così di pomeriggio tardi facevano all’amore a casa di Marino, nella mansardina, incrementando, come diceva lei, la media settimanale dei rapporti d’amore delle coppie quarantenni. Almeno lì, nella mansardina, di testimoni oculari non ce ne sarebbero stati. Poi una cena a lume di candela a base di pesce e vino bianco frizzante ghiacciato nella terrazza vista tetti e mare, li faceva riconciliare con il mondo e con se stessi, come se fossero una giovane coppia di sposini. Poi si lasciavano, il sogno matrimoniale di Rossella svaniva e si perdeva lungo le strade buie del paese che la riportavano malinconicamente a casa. Ma in cuor suo, Rossella sapeva che sarebbe riuscita ad averla vinta sullo scorbutico Marino. 

Vi ricordo che i libri dell'investigatore Tombolo potete acquistarli anche su IBS 
 in ebook
e in cartaceo



giovedì 23 marzo 2017

Il giallo internazionale in EDIZIONE SPECIALE per i 10 anni di Cantagallo


"Giovedì gnocchi", si direbbe dalle mie parti. 
Ma da "queste parti" viene meglio un "Giovedì blogghi" con un blog saporito che vi fornisce un'anticipazione freschissima e gustosissima, almeno spero. 

Anno particolare e giallo particolare. 
Per i 10 anni delle indagini del commissario Cantagallo ho già anticipato al mio Editore Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di Brescia, la scrittura di un giallo speciale particolarissimo. 
Questo giallo dovrebbe uscire in autunno proprio nell'occasione di tale anniversario.
  
Il giallo è particolare e divertente perché Cantagallo viene invischiato in un’indagine internazionale dove i personaggi che gli ruotano intorno sono spassosi e quasi surreali. Ne viene fuori un’indagine fuori dalle righe che sorprenderà il lettore pagina dopo pagina.

La storia è in scrittura e lo scriverla non è una cosa semplice perché...
No, meglio non dirvi il perché. Vi darei delle anticipazioni troppo in anticipo ed è meglio non dire altro per scaramanzia.

Nell'attesa vi faccio vedere l'anteprima camuffata della copertina del giallo. 

mercoledì 22 marzo 2017

Il "tappeto" di Fabio sul suo blog Librinviaggio


Appuntamento speciale (e due) per ricordare un altro fatto altrettanto speciale.

Calma, Fabio sul suo blog non vende tappeti.
Il gentile Fabio è un attento e critico lettore di libri di vario genere sul suo blog "Librinviaggio", frequentatissimo da molti lettori.
L'anno scorso, più o meno in questo periodo, fece la recensione del giallo "Un vecchio tappeto persiano", pubblicato da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di Brescia, sottolineando gli aspetti migliori della storia e indicandomi certi accorgimenti di cui ho fatto tesoro nella scrittura dei gialli successivi. 
Nell'occasione di avervi fatto leggere la sua nuova recensione di quest'anno del giallo "Segreto fra le righe", mi è sembrato giusto riproporre anche il suo commento per questo giallo.
Grazie, Fabio!





Il libro di oggi è ”Un vecchio tappeto persiano” di Fabio Marazzoli, un romanzo giallo ambientato a Collitondi, un immaginario paese della bella Toscana. Si tratta del primo romanzo lungo che vede protagonista il commissario Cantagallo dopo una serie di romanzi brevi. Una notte da dimenticare, è questo quello in cui si trova coinvolto il commissario Cantagallo: due appartamenti svaligiati, oggetti di grande pregio rubati e due misteriosi omicidi. Tutto in una sola sera. Cantagallo, affiancato dalla sua squadra, dovrà cercare di far luce su tutti questi misteriosi crimini, mettendo insieme le tessere di un puzzle complesso ma che, forse, porterà ad un’unica, inattesa soluzione. ”Un vecchio tappeto persiano” di Fabio Marazzoli è un giallo un po’ fuori dagli schemi ordinari. La storia comincia con la descrizione dei due furti a opera di due ladruncoli di bassa lega. I due ladri protagonisti dell’episodio, e il fatto stesso, sono descritti con toni molto ironici, quasi parodistici, esasperando il comportamento e i dialoghi dei due criminali in modo forse un po’ esagerato al punto da dare l’idea di trovarsi di fronte a una tipica scena della commedia all’italiana. Proseguendo, la storia abbandona questo eccesso pur conservando una piacevole ironia.
Il racconto sembra essere ambientato negli anni ’90, cosa non apertamente dichiarata, ma deducibile dalla presenza di videocassette e dal modo in cui si parla di computer e internet. La particolarità del romanzo è la presenza di personaggi molto caratterizzati, ognuno con una propria e ben definita identità, e dalla scelta dell’autore di non limitarsi a raccontare l’indagine, ma di immergere la storia in un quadro più generico e familiare: Cantagallo che rientra a casa, che fa la spesa, che accompagna il figlio, la vice Nicoletta che pranza a casa per stare con marito e figli; insomma, tutta una serie di aspetti che ho apprezzato perché mi hanno permesso di conoscere i personaggi e di sentirne un po’ la mancanza alla fine della lettura.
La parte di indagine, il giallo vero e proprio, ha come obiettivo la soluzione di un duplice furto e di un duplice omicidio, apparentemente slegati tra di loro. Lo sviluppo è piuttosto semplice, ma avvincente e scorrevole e in linea di massima risulta verosimile a parte un paio di passaggi che ho trovato un po’ forzati, purtroppo non posso entrare nei dettagli per non rovinarvi la lettura.
Nel complesso ”Un vecchio tappeto persiano” di Fabio Marazzoli è un romanzo piacevole, una lettura leggera ma allo stesso tempo coinvolgente che porta il lettore in un piccolo paese della Toscana a conoscere personaggi simpatici della cui compagnia si gode volentieri. 



Visitate il suo blog per leggere la recensione completa.

http://www.librinviaggio.com/romanzi/gialli/2016/03/un-vecchio-tappeto-persiano/ 


Il "segreto" di Fabio sul suo blog Librinviaggio


Appuntamento speciale per un fatto altrettanto speciale.

Calma, non c'è nessun segreto sul blog di Fabio.
Il gentile Fabio è un attento e critico lettore di libri di vario genere sul suo blog "Librinviaggio", frequentatissimo da molti lettori.
Qualche giorno fa ha fatto la recensione del giallo "Segreto fra le righe" pubblicato Cristian Cavinato​ della Cavinato Editore International di Brescia. 
Ecco il perché del suo "segreto".
Fabio nel suo pendolarismo ferroviario ha letto il giallo e ha indicato nella sua recensione i lati positivi della storia, fornendomi anche alcune dritte di cui farò tesoro nella scrittura del prossimo giallo di mare. 
Nel prossimo blog di oggi leggerete anche la sua vecchia recensione dell'anno scorso del giallo "Un vecchio tappeto persiano".  
Grazie, Fabio!




Qualche tempo fa ho letto e vi ho parlato del romanzo “Un vecchio tappeto persiano” di Fabio Marazzoli, oggi vi parlo invece del suo romanzo “Segreto fra le righe”, una nuova indagine del commissario Cantagallo.
“Segreto fra le righe” è un romanzo piuttosto breve ambientato in un piccolo e immaginario paese costiero della Toscana dove Cantagallo si trova in vacanza con la famiglia. Come spesso succede anche nella vita reale, il lavoro non ti abbandona nemmeno in ferie e quindi ecco ci scappa il morto.
La vittima è un giovane muratore all’apparenza morto a causa di un’accidentale caduta dagli scogli avvenuta durante la notte. Fin da subito al commissario Cantagallo, interpellato in qualità di consulente alle indagini, qualcosa non torna: quello che sembra un incidente ha tutta l’aria di essere nientemeno che un omicidio. Come nel precedente romanzo, Marazzoli immerge le indagini in un contesto di vita quotidiana: piccoli vicissitudini famigliari, riflessioni personali dei personaggi e altro ancora fanno da contorno a quella che è poi la vera e propria soluzione del caso.
Devo dire che in “Segreto fra le righe” questo aspetto è forse un po’ troppo estremizzato e l’indagine risulta alle volte un po’ messa in ombra da fatti e dialoghi non sempre connessi alla storia. Alla fine del romanzo si ha un po’ la sensazione che l’aspetto investigativo, a conti fatti, occupi poco spazio. D’altro canto è anche vero che si tratta di un romanzo piuttosto breve quindi la scelta potrebbe essere voluta, ma non mi sarebbe dispiaciuto uno sviluppo più articolato dell’indagine, soprattutto ripensando ad alcuni passaggi, anche importanti per la risoluzione del caso, che vengono forse esauriti con troppa rapidità e semplicità.
Dal punto di vista stilistico, ho con piacere notato la quasi totale scomparsa del virgolettato nel testo, dettaglio che non mi aveva entusiasmato nel precedente libro.
Nel complesso “Segreto fra le righe” è un romanzo leggero e piacevole che ha accompagnato i miei spostamenti pendolari per qualche giorno insieme a un simpatico gruppetto di personaggi che hanno conservato la semplicità e la genuinità che li aveva caratterizzati già nel precedente libro.



Visitate il suo blog per leggere la recensione completa.

https://www.librinviaggio.com/romanzi/gialli/2017/03/segreto-fra-le-righe/

domenica 19 marzo 2017

Today Sam is happy man: la spregiudicata Cindy Cinnamon


Fuori programma domenicale con la storia di un finale da inventare sul momento per un blog di lettori, lo "Starbooks coffee", a cura della gentile Carlotta Borasio. 
Giusto cinque anni fa, a marzo 2012, dovevo, a partire da un incipit, inventarmi un finale per quello che Carlotta definì un incipit da catastrofe. La cosa piacque molto e la propongo volentieri a tutti voi.   

Questo è l'incipit da catastrofe da completare...



"E poi, un certo giovedì, quasi duemila anni dopo che un uomo era stato inchiodato a un palo per avere detto che sarebbe stato molto bello cambiare il modo di vivere e cominciare a volersi bene gli uni con gli altri, una ragazza seduta da sola a un piccolo caffè di Rickmansworth capì d’un tratto cos’era che per tutto quel tempo non era andato per il verso giusto, e finalmente comprese in che modo il mondo sarebbe potuto diventare un luogo di felicità. Questa volta la soluzione era quella giusta, non poteva non funzionare, e nessuno sarebbe stato inchiodato ad alcunché.Purtroppo però, prima che la ragazza riuscisse a raggiungere un telefono per comunicare a qualcuno la sua idea, accadde una stupida quanto terribile catastrofe, e di quell’idea non si seppe mai più nulla."  




...e questo è il mio finale.




"Chi sarebbe stata ad ascoltarla e di giovedì? 
Lo sapeva già. Cindy Cinnamon, la sua amica articolista del Virginia St. Paul Telegraph. L’articolo avrebbe avuto un effetto big bang sulla comunità. 
Per non parlare poi di quello che avrebbe detto nel sermone il carismatico reverendo Sam Jefferson. Vedeva i titoli scorrere nella VNN, le immagini sfavillare nello schermo gigante della NBA e George Bush stringerle la mano: “Thanks”, le avrebbe detto. Proprio così, anche se era giovedì. 
Puntò il telefono nero a gettoni vicino all’entrata: era libero. 
Non fece in tempo a muoversi. 
Un rumore assordante squarciò la vetrina del bar portandosi dietro tavoli, sedie e pure il telefono. 
Una rossa Chevrolet pacchiana si era infilata nel bar. Al posto di guida c’erano un nero sudaticcio e una bionda esplosiva, mezzi vestiti. 
Lui riprese contatto con la realtà. 
Lei si sistemò gli short mentre con una quarta da urlo proteggeva il volto dell’uomo: un’eroina americana in formato airbag 90-60-90. 
Poi la bionda si voltò. 
Era Cindy Cinnamon! 
La ragazza non capiva e la bionda le spiegò. 
Aveva avuto una gran bella idea per fare felice il mondo. Intanto iniziava a far felici gli uomini che conosceva. 
La ragazza continuava a non capire dicendo che quello non era proprio il metodo che predicava il reverendo Jefferson. 
La bionda la rassicurò. 
Le spiegò che lo stesso reverendo non capiva e allora lei gli aveva fatto vedere un bell’esempio pratico della sua idea. 
Solo allora il saggio reverendo, vedendo la spregiudicata e amorevole Cindy all'opera sotto i suoi occhi e sopra qualche altra cosa, aveva capito e disse: 
“Today Sam is happy man!”. 
Le dette la sua benedizione e la proclamò unica e vera profeta della felicità nel mondo. 

Poi le suggerì anche di ritornare da lui ogni tanto perché la felicità dell’uomo è infinita."






sabato 18 marzo 2017

IL Questore e il commissario: pista cinese in "Lo sguardo nel buio"


Eccoci alla seconda parte della riunione in Questura del commissario Cantagallo nel giallo "Lo sguardo nel buio". Cantagallo ha appena finito l'incontro col vicario, dove Bonadonna, nei colloqui preliminari, ha già indicato al poliziotto la strada del nulla di fatto per chiudere il caso, secondo l'ipotesi investigativa della Questura. Cantagallo, da buon incassatore, incassa dal vicario e passa al secondo decisivo incontro col Questore. Non ci sta a fare il gioco dei due dirigenti incapaci e si prepara per dare il meglio di sé nel colloquio con Zondadari. Fino ad oggi dai suoi confronti verbali col Questore è sempre uscito imbattuto e anche stavolta dovrà dare il meglio di sé per metterlo al tappeto. 




                       Anche in questo appuntamento batto l'articolo a proposito del
       giallo "LO SGUARDO NEL BUIO", il giallo corto ambientato a Collitondi che è stato
                         trasmesso in un adattamento radiofonico a RADIO 3 NETWORK 
                                                  di Poggibonsi nel febbraio 2012,
                           grazie alla voce della bravissima speaker Simona Grossi Landi,
                  a cura della gentile ideatrice Claudia Giammaria e del mitico dj Mirco Roppolo. 

Il giallo è stato pubblicato da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International
in e-book e cartaceo.

P.S. Mi raccomando, comprate, comprate, comprate e fate comprare i gialli del commissario Cantagallo perché "leggere gratis il blog" è bene ma "leggere tutto il libro" è meglio, per l'editore e per l'autore!

Buona lettura a tutti voi. 



 "   «AVANTI!».
    «Questore, buonasera. Il vicario mi anticipava…».
    «Vivaddio, Cantagallo! Ma di che anticipo d’Egitto sta parlando, Cantagallo! Lei è sempre in ritardo!».
    «Siccome, il vicario parlava…» il commissario tentava di spiegare il motivo del ritardo per l’incontro preliminare con Bonadonna, ma non ci riusciva.
    «Parlare?! Ma che parlare e parlare! Qui servono i fatti, Cantagallo! La situazione è drammatica! Siamo alla gogna! La mia persona è irrisa e sbeffeggiata per colpa di un imbecille di un cieco che poteva andare a camminare da un’altra parte e invece si è andato a mettere nel mezzo a uno scontro fra le bande cinesi delle “furie gialle”! Legga qui!» e gli buttò una copia odierna del quotidiano “Il Corriere di Castronuovo” che titolava a nove colonne.

        Il CORRIERE DI CASTRONUOVO
             Dalla Cina con furore!
       A Collitondi ucciso un uomo cieco
     a colpi di karatè durante uno scontro
            tra bande rivali cinesi.
      Rapina andata male o c’è dell’altro?
           La Giustizia è bendata,
        ma la Questura è cieca davanti
         al crimine giallo che dilaga.



    «E non è tutto, Cantagallo. Ieri sera ho ricevuto la telefonata del Sostituto Procuratore Fontanarosa. In buona sostanza, il presidente Orfeo Occhionero, dell’Unione Italiana Ciechi della Val Marna, aveva telefonato al dottor Fontanarosa il quale aveva ricevuto l’efferata notizia mentre si trovava nientepopodimeno che a una cena di beneficenza. La cena faceva parte dell’iniziativa “Misericordia senza frontiere” organizzata dalla dama di carità marchesa Petula Ognibene di Castronuovo, in favore dei bambini di una sperduta missione dell’Africa centrale. Per non parlare poi di quello che ha detto la pia reverenda Madre Maria Clementina».
    Cantagallo aveva aggrottato la fronte perché non capiva.
    «Ma questa reverenda Clementina che c’entra?».
    «Vivaddio! C’entra eccome! Lei vive fuori dal mondo, commissario Cantagallo. Non sa davvero chi sia la reverenda Clementina?!».
    «No, anche perché non sono tenuto a sapere…».
    «Lei è tenuto a sapere tutto! Ha capito! Ad ogni buon conto, la pia reverenda madre Maria Clementina è la Superiora del Convento delle Immacolate Serve Caritatevoli in Adorazione Perpetua del Santissimo Salvatore e ha rimarcato con santa coscienza quel fatto disdicevole del cieco morto. In buona sostanza, le suore poverelle gestiscono un albergo a una stella chiamato “Pio Albergo del Pellegrino del Santissimo Salvatore” che è situato fra Castronuovo e Collitondi. L’Unione Ciechi del presidente Occhionero, in occasione dell’imminente convegno della sua associazione, ha fatto una speciale convenzione con il Pio Albergo per accogliere i congressisti durante la tre giorni castrese. Il presidente è preoccupato per il clima di tensione che si potrebbe creare fra i soci convenuti per colpa di quel fatto disdicevole, come ricordava quella santa donna della Superiora».
    Certamente, la madre Clementina si è subito preoccupata di avere una mano dall’alto, senza scomodare l’Altissimo, per far calmare le acque a proposito del delitto del cieco e soprattutto per evitare che il “fatto disdicevole” si riflettesse negativamente sugli incassi del Pio Albergo con la disdetta delle camere già prenotate, pensò immediatamente Cantagallo in quel momento.
    «Ad ogni buon conto, i fatti accaduti possono mettere a repentaglio i ciechi in pellegrinaggio nella Val Marna con pesanti ripercussioni sulle entrate, ovvero sugli arrivi, del Pio Albergo».
    «Ma di quale pellegrinaggio di ciechi parla, Questore?» insisteva il commissario, visibilmente scocciato da quella specie di Lascia o Raddoppia sulla Curia di Castronuovo.
    «Ma di quale scempiaggini parla lei, Cantagallo! Legga i giornali e s’informi sul convegno indetto dal presidente Occhionero. E poi, vivaddio, non m’interrompa! In buona sostanza, veniamo a noi.  Ad ogni buon conto, il caso dell’omicidio del cieco è risolto.  Il delitto è stato commesso dalle “furie gialle”. Non mi soffermo oltre perché tutti i dettagli le sono stati forniti dal dottor Bonadonna e devo aggiornare il Sostituto Procuratore Fontanarosa della conclusione dell’attività investigativa».
    Cantagallo non ci stava e incominciò a insinuare dei dubbi in quella soluzione abborracciata dal vicario riferendo la propria versione dei fatti accaduti.
    «Sì, in effetti, il vicario mi ha accennato a questa ipotesi. Ma dagli elementi in mio possesso sembra emergere un’altra verità e un’altra pista investigativa che verificherò nei prossimi giorni».
    Zondadari a sentire quelle parole, gelò. Non si aspettava che il commissario avesse un’altra ipotesi su quel delitto. Rimase muto e immobile ad ascoltarlo. Fissava sbalordito il commissario come se ascoltasse il Dalai Lama che parlava in aramaico.
    Cantagallo, sicuro di sé e placido come un autista al volante di uno schiacciasassi in movimento, continuava il suo ragionamento per asfaltare la versione di Bonadonna.
    «L’ipotesi delle “furie gialle” potrebbe essere plausibile, ma non dalle nostre parti. A Collitondi e nella nostra provincia non esiste il problema della malavita cinese, anzi. Tutti i cittadini di quella nazione sono perfettamente integrati nella comunità del mio paese e della sua città. Tutti coloro che fanno parte della comunità cinese di Collitondi hanno delle attività commerciali regolari oppure lavorano come badanti in casa di anziani non auto-sufficienti, senza contare i tanti studenti che dalla Cina vengono a studiare all’Università di Castronuovo. Fino ad oggi non sono stati schedati dei cittadini cinesi per attività fuori dalla legalità. Secondo me, sarebbe un grave errore puntare il dito accusatore verso una comunità straniera che studia, lavora e offre un servizio sociale ai nostri cittadini».
    Il Questore continuava a fissarlo, ma in modo diverso. Forse prendeva in considerazione le parole del poliziotto oppure comprendeva l’aramaico del Lama.
    Cantagallo si preparava alla stoccata finale del suo discorso per convincere il Questore a cambiare idea e ad affidargli l’indagine. Anche a costo d’inventarsi delle notizie di sana pianta.
    «Per non parlare, poi, delle voci di corridoio che danno per sicura o quasi la partecipazione di un’importante azienda cinese fra gli sponsor dell’imminente congresso di cultura internazionale che si terrà nel Palazzo del Comune di Castronuovo».
    In quel periodo le iniziative culturali in città si sprecavano e Cantagallo sapeva benissimo che il Questore non poteva tenerle a mente tutte. E continuava.
    «Secondo me, sarebbe una mossa “politicamente” sbagliata anche perché, in occasione della manifestazione culturale, molti dei congressisti del lontano oriente potrebbero trovare ristoro in quel Pio Albergo delle Perpetue Suore Adoranti il Caritatissimo Salvatore o come si chiamano».
    Cantagallo non si poteva dire che fosse un grande conoscitore o frequentatore dei luoghi sacri della sua provincia.
    «Questore, mi dia una settimana e le risolvo il caso. Controlliamo la mia pista investigativa e salviamo capra e cavoli».
    «Ma di che diavolo di capra e cavoli parla, Cantagallo?».
    Il commissario più che a una capra pensava a un caprone, il Questore, e ai cavoli, i suoi, per spiegare ai giornalisti la faccenda delle fantomatiche “furie gialle”.
    Intanto Zorro iniziava la sua filippica.
    «Non siamo mica sull’aia di una fattoria? Siamo nell’ufficio di un Questore! Vivaddio, cerchiamo di concentrare la nostra attenzione sulle cose importanti. Lo sa come dicevano i latini? Lasci stare, glielo dico io: “Aquila non capit muscas”. In buona sostanza, per dirla in parole povere e a lei comprensibili, la frase vuol significare che si devono trascurare gli obiettivi di minore importanza rispetto a quelli principali. L’obiettivo principale è fornire in tempi rapidi un colpevole al dottor Fontanarosa! E questo è quello che deve essere fatto. L’ipotesi del delitto è quella delle “furie gialle” e non si torna indietro!».
    «Questore, ci pensi bene. Non vorrei che fosse data agli organi di stampa una soluzione semplicistica e sbrigativa di questo delicato e oscuro caso d’omicidio. Soprattutto se poi venissero a galla dei fatti che smentissero la sua, se mi permette, sconclusionata ipotesi. I giornalisti c’inzupperebbero il pane e la sua persona sarebbe sicuramente screditata. Oltre al fango che la sua disgraziata ipotesi getterebbe sull’incolpevole comunità cinese».
    Cantagallo infine doveva tirare in ballo la giornalata per farsi ascoltare.
    «Già immagino i titoli a nove colonne del maggiore quotidiano della città».
    Zondadari era perplesso e immaginava a sua volta la notizia minacciata da Cantagallo.

         Il CORRIERE DI CASTRONUOVO
         Falsa la pista delle ‘furie gialle’
              del Questore Zondadari!
             ‘No comment’ di Zondadari
           sulla vicenda che ha infangato
    l’immagine dell’operosa comunità cinese.
     Convocazione d’urgenza alla Farnesina
        per le scuse all’ambasciatore cinese.



    «Va bene, Cantagallo. In buona sostanza, alla luce dei fatti nuovi, di cui giungo a conoscenza solo adesso, convengo che ci siano degli elementi validi per intraprendere la pista investigativa che mi ha indicato poc'anzi. Ad ogni buon conto, della settimana che mi ha chiesto non se ne parla nemmeno».
    Zorro s’accomiatò con il solito ghigno schifato che palesava l’insofferenza nei confronti del poliziotto.
    «Le concedo un paio di giorni “tutto compreso” e non uno di più. Se li faccia bastare. Può andare, commissario Cantagallo. Sono atteso a una videoconferenza con il dottor Fontanarosa. Buonasera».
    Cantagallo si congedò con lo stesso sorriso beffardo che sfoggiava quando manifestava la vittoria su Zorro.
    «Bene, Questore. Sono pochi ma cercherò di farmeli bastare e avrà il colpevole. Buonasera».
    Come sempre aveva raggiunto il suo scopo e aveva strappato a Zorro dei giorni in più per concludere l’indagine. "



IL vicario e il commissario: i preliminari in "Lo sguardo nel buio"


Buon sabato e ben ritrovati nel consueto appuntamento settimanale con la lettura degli estratti dei gialli del commissario Cantagallo. 
Questa volta, il commissario Cantagallo, nel giallo "Lo sguardo nel buio", è alle prese con una brutta storia dove un cieco è stato ucciso dopo una rapina andata male, come il poliziotto pensa all'inizio. Però la crudeltà dell'omicidio è tale e tanta che Cantagallo è propenso a spostare la bilancia verso un'altra pista che ancora non ha individuato, ma sa che deve esistere per forza. Dello stesso avviso non sono i due alti dirigenti della Questura di Castronuovo (il vicario Bonadonna e il Questore Zondadari) che hanno in testa tutta un'altra ipotesi investigativa, come al solito, non supportata da prove e che porta direttamente all'insabbiamento del caso. Ma perché? I due dirigenti non vogliono far accendere i riflettori su questa brutta vicenda per non turbare l’opinione pubblica cittadina. Anzi vogliono che le luci si spengano e che sia abbassato il sipario. Il delitto potrebbe nuocere all’immagine di Castronuovo e soprattutto alle prenotazioni delle camere del “Pio Albergo del Pellegrino”. L’albergo, gestito dalla reverenda madre Maria Clementina, è in attesa dei congressisti per il convegno dell’Unione Ciechi che si terrà in città per la tre giorni castrese. Per colpa del delitto, le prenotazioni potrebbero essere annullate e il convegno disertato con grande rammarico del presidente Occhionero, amico del Questore. Zondadari, sollecitato dal presidente e imbeccato dal vicario, vuol mettere a tacere l’eco dell’omicidio del cieco archiviando l’indagine come un delitto compiuto dalle fantomatiche “furie gialle”. Ma in paese non si erano mai viste queste "furie gialle". Cantagallo, arnmato di santa pazienza, si prepara mentalmente ad ascoltare i discorsi preliminari del vicario per poi recarsi alla riunione col Questore.     

Anche in questo appuntamento batto l'articolo a proposito del
giallo "LO SGUARDO NEL BUIO", il giallo corto ambientato a Collitondi che è stato
trasmesso in un adattamento radiofonico a RADIO 3 NETWORK 
di Poggibonsi nel febbraio 2012,
grazie alla voce della bravissima speaker Simona Grossi Landi, 
a cura della gentile ideatrice Claudia Giammaria e del mitico dj Mirco Roppolo. 

Il giallo è stato pubblicato da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International
in e-book e cartaceo.

P.S. Mi raccomando, comprate, comprate, comprate e fate comprare i gialli del commissario Cantagallo perché "leggere gratis il blog" è bene ma "leggere tutto il libro" è meglio, per l'editore e per l'autore!

Buona lettura a tutti voi. 

 "   Salì le scale che lo portavano al piano degli uffici del vicario e del Questore. A quell’ora il resto degli impiegati era in pausa pranzo e in Questura rimanevano solo poche persone. Arrivato al piano, aprì una porta di vetro smerigliato e iniziò a percorrere il lungo corridoio dove, in fondo, c’era l’ufficio di Zondadari. I suoi passi rimbombavano nel silenzio di quello stanzone e non passarono inosservati all’orecchio ben allenato del vicario che lo aspettava al varco nel suo bugigattolo.
    «Commissario? Commissario Cantagallo? È lei? Si avvicini, Cantagallo, che le devo parlare un minuto» fece la voce mielosa di Bonadonna da dietro la porta lasciata aperta del suo ufficio.
    Il commissario, consapevole del doppio appuntamento pomeridiano, si avvicinò alla porta del vicario come un malfattore medievale si avvicinava al ceppo della gogna.
    «Vicario, buonasera» disse asciutto Cantagallo, accennando un gesto di saluto con la mano e tentando di entrare nella stanza. Non fece nemmeno in tempo a sollevare il piede che fu subito fermato sulla soglia.
    «Buonasera, egregio commissario Cantagallo. No, rimanga pure lì, tanto non la trattengo più di un minuto. Il signor Questore la sta aspettando ed è un po', come si dice in questi casi, infervorato. Ma lo si può capire, dopo la lavata di testa di ieri del dottor Fontanarosa!».
    «Di che “lavata” si tratta, vicario?».
    «Si tratta della telefonata che il Sostituto Procuratore Fontanarosa ha fatto al signor Questore Zondadari dopo che lo stesso Procuratore era stato chiamato al telefono dal presidente Occhionero».
    «Ah, ecco, quell’Occhionero…».
    Ecco la spiegazione dell’occhio nero, pensò subito Cantagallo. Non si trattava dell’effetto di un cazzotto in faccia, ma del Presidente dell’Unione Ciechi della Val Marna.
    Intanto Bonadonna proseguiva il suo sermone.
    «Il presidente Occhionero dell’Unione Ciechi non "ci vedeva" dalla rabbia per il delitto di quel cieco ucciso a Collitondi. Era furibondo. Per non parlare dei quotidiani locali di stamani mattina. È in ballo la reputazione dell’intera Questura. I fatti sono noti e non possiamo perdere la faccia davanti a un’opinione pubblica che reclama i colpevoli. Purtroppo c’è stata una fuga di notizie. Certi particolari sono stati carpiti da dei giornalisti da strapazzo che ne hanno approfittato per titolare a nove colonne. Siamo alla gogna! Un episodio come tanti altri non può mettere alla berlina la Questura di questa città. Allora dobbiamo anticipare gli eventi e le anticipo che il signor Questore le comunicherà che il caso è risolto».
    Cantagallo ascoltava pazientemente e fra sé rimuginava. Il caso risolto?! E da chi?! Non c’era nemmeno uno straccio di una prova che fosse una per accusare qualcuno! Era sempre la solita storia. Garçia, il vicario, per i casi criminali di cui non sapeva dove andare a prendere il bandolo della matassa, elaborava delle pittoresche soluzioni che non avevano alcun fondamento. Poi le forniva su un fogliettino di carta a Zorro, il Questore, che puntualmente le ripeteva a mente o le leggeva di soppiatto a Cantagallo durante le riunioni.
    Garçia fece una pausa studiata: era il preludio alla formulazione della soluzione di quel caso.
    Cantagallo dissimulò una certa tensione e trattenne il fiato, anche perché, se l’avesse preso, l’avrebbe usato per mandare il vicario a quel paese.
    «Tutto è chiaro come il sole, commissario. In questa vicenda non c’è alcun lato oscuro. In questo delitto non c’è nessuna zona d’ombra. L’uomo è stato ucciso per una malaugurata coincidenza e niente più. La sua unica colpa è stata quella di passare di lì per puro caso. Si è trovato nel mezzo a una resa dei conti fra bande rivali della purtroppo nota malavita cinese che imperversa a Collitondi e in tutta la provincia. Gli ematomi sul corpo del cieco sono i chiari segni dei colpi di karatè ricevuti dalla vittima. Colpi mortali sferrati dai micidiali aggressori delle purtroppo note “furie gialle”, che ben conoscono le arti marziali orientali. La loro ferocia è stata fatale per quel povero malcapitato. Ormai quei criminali avranno già lasciato il paese e saranno chissà dove. Noi della Questura archivieremo questo caso come “crimine maturato negli ambienti della malavita cinese commesso da ignoti criminali orientali che sono espatriati sfuggendo alle maglie dell’Interpol” e niente più».
    Il commissario non parlava e il vicario continuava.
    «La situazione, lo capisce anche lei, è da prendere con le molle.  Malavita cinese, regolamento di conti fra bande rivali e uno sfortunato cittadino che ci rimette la pelle. Però non bisogna creare allarmismi. Si è perpetrato un delitto dai contorni oscuri, e abbiamo il sacrosanto dovere di fare sentire la nostra voce per rassicurare l’opinione pubblica. Dobbiamo intervenire, indicare i colpevoli, senza però allarmare le popolazioni, anzi cercando di sdrammatizzare quello che è avvenuto. Un limpido esempio di tale modo di comportarsi ci viene dai nostri saggi predecessori della Roma antica. I Romani castigavano i pericolosi mori addirittura ridendoci sopra e dicevano nella loro lingua latina: “Castigat ridendo mores”, frase che certamente conoscerà anche lei».
    Il commissario annuiva muovendo il capo ritmicamente, come quei canini finti che si vedono dietro il lunotto delle auto. Non credeva alle sue orecchie sentendo la valanga di bischerate che stava dicendo Bonadonna. Ma non volle controbattere in quella sede. L’avrebbe fatto dopo nell’ufficio del Questore, come faceva sempre. Non poteva perdere tempo e parole con quella specie di brutta controfigura d’impiegato ministeriale.
    Intanto il vicario proseguiva, non curante delle frasi latine che diceva a casaccio di cui non conosceva il significato e nemmeno capiva il senso.
    «E poi i nostri cittadini devono sapere che se accade un crimine: “Sine qua non”, ovverosia “Siamo qua noi”, come dicevano i latini e anche il signor Questore. Ora, la devo salutare. Si sbrighi, commissario, perché è già in ritardo. Buonasera» e concluse, sollecitandolo ad andare con il gesto delle mani.
    «Buonasera» salutò asciutto il commissario. Girò il sedere e si diresse verso la riunione col Questore.
    Il vicario nello spazio di cinque minuti era riuscito a fare il record di frasi della Roma antica dette a casaccio: aveva messo a segno una doppietta che lo collocava degnamente fra i più titolati personaggi della Roma calcistica, antica e moderna, del calibro di Dino Da Costa, Roberto Pruzzo e Francesco Totti. Se non fosse stato per la sua età fuori quota sarebbe già stato convocato dal “Pupone” per far parte della “Roma Virtus”.   "