giovedì 9 febbraio 2017

Tombolo: il detective della costa, un ritratto in bianco e nero


Tombolo ci mette la faccia, anzi no, ci mette tutto se stesso e per la prima volta si fa immortalare in un ritratto in bianco e nero, degno dei migliori maestri del crimine.

Scherzi a parte, in anteprima vi mostro quella che ho immaginato possa essere l'ipotetica "sagoma" a figura intera del personaggio dell'investigatore Tombolo, il detective di Spaccabellezze nella Toscana del sud.   

In questo appuntamento del giovedì vi propongo un breve estratto dal libro "Zampa di gatto, coda di manta e corna di gazzella" pubblicato da Cristian Cavinato della Cavinato Editore International di Brescia. 
Tombolo si reca all'ufficio e ha molta fretta perché deve fare qualcosa d'importante, ma non si ricorda la ragione precisa di tutta quella fretta: tutta colpa del gran caldo che lo ha fatto dormire poco. E quando dorme poco, ragiona poco e si dimentica le cose che ha da fare. 
 

"Ma perché gli era preso di aprire l’ufficio prima del solito? Niente. Non aveva nemmeno del lavoro arretrato da smaltire. Poi aprì la porta a vetri e si ricordò, o perlomeno gli sembrò di ricordare qualcosa.
    Quattro belle pile di fogli, buste, faldoni vari e cartelline con l’elastico se ne stavano piazzate sulla sua scrivania, come un monumento al “factotum ignoto”. Non si poteva permettere una segretaria e doveva sbrigarsi le faccende burocratiche da solo, senza averne la minima voglia. Era un po’ di tempo che si era messo in testa di sistemare le tante carte di lavoro che gli affollavano l’ufficio. Se non si ricordava male, la sera prima le aveva sistemate così per non farle cadere in terra ed erano già pronte per essere ordinate e archiviate. L’ordine non era una delle sue virtù, ma neanche gli interessava più di tanto. L’importante era risolvere i casi dei suoi clienti ed essere pagato. Tutte le altre formalità potevano attendere per Marino Tombolo, investigatore privato della pluripremiata agenzia investigativa “Tombolo Investigazioni”.
    Era davvero quella la ragione? Doveva riordinare le scartoffie? No, doveva essere qualcos’altro di più importante. "


 

Nessun commento:

Posta un commento