giovedì 24 settembre 2015

Cantagallo e la saggezza dei proverbi



Per il commissario, i proverbi erano stati ed erano ancora oggi la saggezza dei popoli. Questo perché i proverbi facevano parte di un grande patrimonio, formato dal dialetto, dalla mentalità, dalle tradizioni popolari e tante altre cose ancora. In breve, da quella che poteva essere definita come la cultura popolare. Tale cultura era generalmente tramandata dagli uomini ai propri discendenti e per molti secoli i proverbi erano stati, probabilmente, l’unica scuola per decine di generazioni di nostri antenati. Attraverso di essi si tramandavano le usanze, le abitudini, la visione del mondo, si comunicavano le regole della morale e del comportamento nella vita di tutti i giorni. I proverbi, spesso, erano utilizzati, in senso umoristico, per indicare certi caratteri umani e molte volte con il loro utilizzo si sancivano delle vere e proprie consuetudini di vita sociale che finivano per diventare costume. I proverbi contenevano i consigli più disparati su qualsiasi argomento e per qualsiasi circostanza della vita. I proverbi e certe espressioni verbali permettevano di comprendere molti aspetti del carattere e della storia non scritta dei nostri vecchi. Attraverso i proverbi e i modi di dire, si riusciva a scoprire il volto più autentico dei nostri antenati. Si poteva capire meglio, le ragioni di molti nostri modi di essere e della nostra identità di popolo, con comportamenti particolari che ben identificavano e che differenziavano gli abitanti diversi dei paesi vicini. Per tutte queste ragioni, i proverbi erano un patrimonio culturale di tutti e dovevano essere salvaguardati. Per Cantagallo, la citazione latina apparteneva al passato, non apparteneva al modo di parlare della gente comune. Manifestava un distacco con le persone semplici e umili, segnava la distanza fra “il dire” e “il fare”. Rappresentava, per certi personaggi incompetenti, l’ultimo baluardo per giustificare un nulla di fatto, per offuscare un fatto evidente, per rendere fumosa una spiegazione che non esisteva. Cantagallo, che non aveva fatto studi classici, non capiva mai bene la frase latina che il Questore gli aveva detto. Poi, quando tornava a casa, con l’aiuto di sua moglie e sforzandosi di ricordare la frase, cercava di tradurla per capirne il significato.

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